All'inizio dello scorso giugno abbiamo colorato il nostro logo con i colori dell'arcobaleno e, come ogni anno, abbiamo provato una certa soddisfazione nel sostenere apertamente le comunità LGBTQ+.
Poi, a metà giugno, mi sono imbattuto in numerosi post sui social media preoccupati per il rainbow washing. Sul fatto che i marchi usino la bandiera arcobaleno per scopi di marketing superficiali e la indeboliscano come simbolo. Sul fatto di seguire la moda per un mese. Parole vuote e nessun sostegno reale.
Per un attimo mi sono sentita un po' scossa e accusata ingiustamente, poi ho preso la cosa sul serio. Ci ho pensato, ho fatto del mio meglio per vedere queste preoccupazioni da diverse angolazioni... e ho trovato facilmente comprensibile il motivo per cui una persona non vorrebbe che la sua lotta, la sua battaglia, la sua causa venisse sfruttata e sfruttata per il profitto di qualcun altro. Ma...
C'è una strada per ogni conquista. Se la conquista in questione è un cambiamento sociale, un cambiamento di opinione pubblica o di atteggiamento, è particolarmente vero. Come si fa a capire che si è entrati a far parte della "normalità", che non ci si distingue più, non si è più accettati? Lo si capisce quando non ci si cura più dei propri simboli, quando non li si nota nemmeno più. Quando il tuo simbolo ha solo un forte significato ed evoca una forte emozione in coloro a cui appartiene, in coloro che si identificano con esso.
Più la bandiera arcobaleno è appesa su ogni edificio, più i marchi colorano i loro loghi ogni giugno, più si dipingono pubblicamente a sostegno delle persone LGBTQ+... più il simbolo diventa comune, più coloro che il simbolo rappresenta diventano ordinari. Finché, alla fine, nessuno guarda più in faccia. Nessuno distoglie lo sguardo disgustato o anche solo curioso, nessuno se ne accorge. Fino a quando nessuno avrà più bisogno di dire nulla sugli arcobaleni, a meno che l'arcobaleno non sia nel cielo e non appaia straordinariamente luminoso in quel giorno.
Siamo alleati LGBTQ+ e coloriamo il nostro logo ogni giugno.
Con noi siete liberi di essere qualsiasi cosa. AHAVA significa AMORE. E l'amore è amore.
Cordiali saluti,
Emily Williams
Il punto di vista di Emily
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